A cura del Dott. Alessandro Cucchi
La recessione gengivale è una migrazione apicale del margine gengivale rispetto alla giunzione smalto – cemento, in parole un po’ più semplici è una condizione in cui la gengiva si ritira esponendo una parte della radice dente.
Normalmente, in condizioni di salute, la gengiva ricopre perfettamente tutta la radice, la parte che vediamo è solo lo smalto, nel caso di recessione invece, oltre allo smalto della corona dentale, anche parte della radice risulterà scoperta.
Questo problema, spesso difficile da diagnosticare nelle prime fasi, si presenta in modo graduale e può capitare di notarla poiché aumenta la sensibilità dei denti oppure quando osserviamo dei cambiamenti relativi alla loro lunghezza/estetica.
Le recessioni gengivali sono una patologia molto comune, da uno studio statunitense è stato osservato come in una popolazione tra i 18 e i 65 anni, l’incidenza delle recessioni sia intorno al 50%, superati i 65 anni anni di età si arriva addirittura a quasi il 90% di pazienti con recessioni; con l’avanzare dell’età la progressione di questa patologia è quindi molto accentuata.
L’eziopatogenesi delle recessioni gengivali è sicuramente multifattoriale, si possono infatti individuare diversi fattori predisponenti, come ad esempio:
- spazzolamento eccessivo
- uso di dentifrici abrasivi
- piercing
- traumatismi a carico delle gengive
Oltre a un impatto estetico negativo, tale disturbo risulta molto problematico perché espone le radici dei denti, soprattutto dei canini e dei premolari, all’azione batterica, crea problemi di natura estetica al sorriso (soprattutto se colpisce la zona anteriore) e favorisce la sensibilità dentinale e l’alito cattivo, ma anche conseguenze più gravi, come danni allo smalto superficiale, mobilità dei denti e ascessi.
Le recessioni gengivali vengono trattate mediante tecnica chirurgica (chirurgia parodontale), quindi è possibile ripristinare il corretto livello del margine gengivale andando a ricoprire la radice del dente e questo può essere ottenuto con tecniche di micro chirurgia, la così detta “chirurgia plastica muco gengivale”, che prevede l’aumento dei tessuti molli mediante un autotrapianto, prelevando il tessuto connettivale dal palato del paziente.
Questa tecnica di innesto è quella più efficace per la copertura radicolare.
Attualmente sono stati introdotti bio materiali e matrici in collagene sintetico che permettono di evitare il prelievo del palato e quindi di non avere una zona donatrice nel paziente stesso.
Il regime post operatorio prevede l’astensione assoluta dalle manovre d’igiene orale nelle aree sottoposte all’intervento almeno fino alla rimozione delle suture. Saranno poi da evitare i cibi caldi.
L’eventuale dolore che segue l’intervento viene tenuto sotto controllo con l’assunzione di analgesici/antinfiammatori.
In merito al dolore è molto importante tranquillizzare chiunque si debba sottoporre ad un intervento di chirurgia muco gengivale di questo tipo: Il dolore di un prelievo dal palato oggi è davvero minimo, uno studio britannico riferisce come il dolore avvertito dal paziente in una scala da 1 a 10 sia nell’80% dei casi inferiore o uguale a 2, quindi decisamente un intervento non doloroso, questo in considerazione al fatto che si tratta di un intervento di micro chirurgia e la quantità di tessuto prelevato è inferiore al millimetro di spessore.
Il risultato raggiunto è stabile nel tempo, in quanto andiamo a cambiare lo spessore e migliorare la qualità della gengiva che ricopre la nostra radice e questo porta ad un risultato ottimale e duraturo.
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